Chi siamo?

Cos’è “Futura”?

Un servizio di orientamento al futuro che aiuta i giovani a confrontarsi e riflettere sui propri interessi, progetti ed obiettivi, esplorare il mondo del lavoro ed utilizzare i rapporti che vivono a scuola come risorse per orientarsi; e supporta le scuole e le famiglie a comprendere meglio le questioni che i giovani vivono entro la loro esperienza.

Il servizio è realizzato dagli psicologi dell’Associazione GAP su incarico del Municipio Roma II e dal 2017 ad oggi ha visto la partecipazione di centinaia di studenti, docenti e genitori di alcuni licei del territorio.

Futura è stato ideato a partire dall’interesse del Municipio II e di GAP di attivare servizi psicosociale per supportare le scuole nell’occuparsi dei problemi vissuti dagli studenti entro il percorso scolastico. GAP per questo nel 2018 ha coinvolto centinaia di studenti e docenti in una ricerca-intervento con l’obiettivo di esplorare il loro punto di vista sui problemi vissuti entro l’esperienza scolastica. 

La ricerca ha evidenziato come gli studenti rischino di vivere emozionalmente la scuola come un adempimento poco soddisfacente: hanno espresso il vissuto di “andare a scuola senza sapere e chiedersi il perché” ovvero la difficoltà di porsi obiettivi e riflettere sulla loro motivazione ad apprendere. Ciò confronta loro con un forte sentimento di disorientamento per la difficoltà di individuare interessi e obiettivi a partire dai quali progettare il proprio futuro. Molti studenti inoltre hanno dichiarato di sentirsi in difficoltà nell’istituire rapporti di condivisione con i propri compagni, esprimendo la difficoltà di utilizzare i rapporti tra loro e il gruppo classe come strumento di apprendimento e conoscenza. 

Dal canto loro i docenti coinvolti nella ricerca hanno detto di sentirsi spesso in difficoltà a rapportarsi a studenti demotivati ad apprendere, sfiduciati circa l’utilità della formazione e alle prese con gruppi classi che pongono problemi emozionali di cui è difficile occuparsi. 

A partire da tali questioni è nato “Futura” che intende offrire agli studenti uno spazio di riflessioni sulle emozioni che caratterizzano il modo in cui si rapportano alla formazione e al futuro: gli studenti coinvolti sono stimolati a “guardarsi dentro”, chiedendosi cosa gli interessa, che mete desiderano raggiungere e a “guardare fuori” confrontandosi con il mondo del lavoro, esplorando contesti formativi e lavorativi di proprio interesse.

Parlare di futuro aiuta gli studenti ad interrogarsi su come si rapportano nel presente alla scuola, a porsi il problema degli obiettivi del proprio andare a scuola e ad uscire da una posizione adempitiva, a riconoscere che la qualità e utilità della formazione dipenda in primis dalla loro competenza a chiedersi chi sono, cosa gli interessa conoscere, dove vogliono andare nella vita, ad utilizzare il gruppo-classe e il rapporto con i docenti come strumento utile a condividere interessi, esplorare contesti, porsi domande, obiettivi e quindi orientarsi. 


Cos’è “scuolafutura.org

E’ la “voce” di “Futura”, uno strumento per raccontare – tramite la scrittura, la fotografia e il filmmaking – le principali questioni concernenti il rapporto tra giovani, formazione scolastica e il futuro lavorativo. Navigando sul sito potete trovare numerosi #articoli che sono il prodotto di gruppi di lavoro composti da studenti che hanno realizzato: interviste a professionisti e persone del mondo del lavoro di loro interesse (architetti, psicologi, avvocati, medici, ecc.); interviste a giovani del territorio per conoscere e valorizzazione le loro idee circa il futuro e il contesto in cui vivono; resoconti per metter in luce il loro punto di vista degli studenti circa il rapporto con la scuola.


Lo staff

Lo staff di Futura è composto da un gruppo di psicologi dell’Associazione di promozione sociale GAP (Stefano Pirrotta, Felice Bisogni, Nicolo Lupo, Sara Manieri, Giulia Marchetti) specializzati in interventi di sviluppo dei processi relazionali, motivazionali e formativi entro il contesto scolastico. Al progetto partecipano anche operatori sociali e del settore culturale ed educativo che ci aiutano nell’implementare i prodotti del lavoro.