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Gruppo "Psicologia, psichiatria, criminologia"

II e III incontro del gruppo A “psicologia, psichiatria, criminologia”.

Ecco il resoconto del secondo e del terzo incontro del gruppo “psicologia, psichiatria, criminologia”: il primo svolto il 30 Novembre 2021 nei locali Municipali di Villa Leopardi e il secondo presso i locali Municipali di Via Boemondo n. 7/A il 7 Dicembre 2021.

Il secondo incontro del gruppo psicologia si è svolto durante il periodo dell’occupazione il 30.11.21. Diverse persone erano assenti. Presso il luogo di incontro previsto di Villa Leopardi sono giunti alcuni studenti mentre altri si sono collegati da scuola dicendo di non potersi allontanare poiché altrimenti sarebbe stata disoccupata per via dei pochi studenti presenti. Nell’incontro abbiamo parlato dell’occupazione come sintomatica di una difficoltà di comunicazione tra studenti e professori e della difficoltà di utilizzare i dispositivi di rappresentanza come i rappresentanti di classe al fine di occuparsi dei problemi. Gli studenti hanno associato la protesta al vissuto di sentire sottovalutati e ignorati i problemi da parte dei professori i problemi che gli studenti gli pongono. È emersa inoltre la difficoltà e la paura degli studenti di parlare che è stata associata alla tendenza dei professori ad interpretare come attacco alla propria professionalità la richiesta di dialogo degli studenti. Dal canto nostro abbiamo proposto l’occupazione come un evento critico sintomatico di un problema organizzativo e di relazione che andrebbe esplorato meglio nelle sue motivazioni. Un problema apprezzabile come un caso clinico in un’ottica indiziaria come enigma il cui senso non è chiaro. Ad ogni modo vista la difficoltà di lavorare in un assetto in cui gli studenti erano presenti per metà online e per metà in presenza abbiamo convenuto di organizzare un successivo incontro in cui riprendere a lavorare sulla preparazione delle visite e delle interviste ai professionisti. 

Il terzo incontro del gruppo si è in tal modo tenuto il 07.12.21 presso i locali municipali di via Boemondo n. 7/A. Nell’incontro abbiamo ripreso e discusso le domande preparate per la visita e l’intervista a psicologi, psichiatri e criminologi. A questo proposito abbiamo iniziato a definire che genere di professionisti potesse essere interessante per gli studenti incontrare nei loro luoghi di lavoro. È emerso l’interesse verso la possibilità di intervistare i seguenti professionisti:

  • Psicologi che lavorano in diversi contesti: nello studio privato e nel servizio sanitario nazionale
  • Psichiatra che lavori nel servizio sanitario nazionale
  • Un criminologo

Alcune delle domande poste ai diversi professionisti – che abbiamo riportato nel dettaglio nel precedente resoconto del gruppo – saranno le stesse. A questo proposito ci siamo detti che porre le stesse domande a professionisti con ruoli diverse sarà interessante in quanto ci consentirà di mettere in relazione le diverse risposte con la peculiarità dei diversi ruoli professionali degli intervistati e ci aiuterà a coglierne le differenze.

Per quanto riguarda le interviste agli psicologi è emerso l’interesse degli studenti verso la possibilità di intervistare i conduttori del gruppo – Felice Bisogni e Sara Manieri – visitando i nostri studi professionali. Nel corso dell’incontro abbiamo ripreso le domande da porre nelle interviste aggiungendone alcune a quelle precedentemente elaborate ovvero:

  • Lavorate in una società o in uno studio vostro?
  • Cosa c’entra questo PCTO con il lavoro che fate?
  • Quali sono gli strumenti di intervento di uno psicologo?
  • Che funzione ha l’osservazione nell’ambito psicologico?
  • Che funzione ha scrivere e prendere appunti nel suo lavoro?
  • Che differenza c’è tra lavorare con un gruppo o con un individuo?
  • Vi riconoscete e acquisite qualcosa nel sentire le storie degli altri anche attraverso un solo colloquio?
  • Cosa è dal suo punto di vista la follia?

Nella seconda parte dell’incontro abbiamo poi fatto un’esercitazione: un role playing in cui una studentessa ha giocato la parte dell’intervistatrice, mentre uno studente ha giocato la parte dello psicologo intervistato.

Lo studente ha scelto di giocare la parte di uno psicologo di 35 anni che lavora nel proprio studio privato. Il gioco di ruolo ha consentito di mettere a fuoco alcune rappresentazioni del lavoro psicologico che sarà poi interessante confrontare con quanto emergerà dalle interviste. Lo psicologo nel rispondere alle domande dell’intervistatrice ha rappresentato l’intervento psicologico come caratterizzato da un prima e da un dopo: nel prima – ovvero il momento dell’interazione tra lo psicologo e il paziente durante il colloquio, lo psicologo raccoglie indizi che poi dopo – una volta finito il colloquio – lo psicologo potrà utilizzare per capire.  

È inoltre emersa la questione di come creare un legame senza diventare “amiconi” e la fantasia che sia importante far sentire a suo agio il paziente. Altra questione interessante emersa è la fantasia di poter scegliere i pazienti nel momento in cui si ha un’attività professionale avvitata. “L’avere uno studio tutto mio” è stato rappresentato come un punto d’arrivo nello sviluppo dell’attività professionale. Particolare rilevanza è stata data nel gioco di ruolo all’osservazione del linguaggio del corpo come strumento per capire le emozioni del paziente. Al contempo è emersa la fantasia che lo psicologo debba nascondere al paziente le proprie emozioni suscitate dall’incontro con il paziente stesso. Nel commentare il gioco di ruolo è stato interessante riflettere sui vissuti dell’intervistatrice e dell’intervistato. L’intervistatrice ha detto di non essere completamente soddisfatta per essersi attenuta alle domande preparate sebbene le risposte dell’intervistato l’avessero incuriosita suscitando il suo desiderio di porre ulteriori domande di approfondimento. Parlarne ha consentito di convenire che incuriosirsi anche ponendo domande non previste rappresenta proprio l’obiettivo dell’incontro con i professionisti. Infine ci siamo soffermati sulla fantasia emersa nel gioco di ruolo di “poter scegliere i pazienti”. Abbiamo ragionato su come scegliersi, diversamente da scegliere come atto di potere del professionista sul cliente o viceversa, e un processo relazionale che comporta il desiderio di entrambe le parti in gioco. Ci siamo chiesti se ad esempio si potesse dire che alla base del lavoro che stavamo facendo nel PCTO vi fosse l’essersi scelti.  Dirlo ha suscitato reazioni emotive diverse. “No, io ho scelto psicologia mica voi” ha detto qualcuno, “secondo me invece ci siamo scelti” ha detto qualcun altro.

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Gruppo "Psicologia, psichiatria, criminologia"

I incontro “Psicologia, psichiatria e criminologia (gruppo B)

Ecco il resoconto del primo incontro del gruppo B “Psicologia, psichiatria e criminologia” svoltosi il 24 novembre 2021 a Villa Leopardi. Il resoconto ha lo scopo di raccontare le questioni e gli obiettivi che il gruppo si sta cominciando a porre.

Nel primo incontro ci si è iniziati a conoscere e capire quali contesti interessa esplorare e a che domande si vuole rispondere entro il PCTO. 

Nel presentarsi gli interessi che accomunano le partecipanti sono quelli di: aiutare le persone, conoscere il perché di alcuni comportamenti, capire cosa c’è dietro, anche dei comportamenti legati al crimine, cosa spinge a commettere un crimine o un assassinio.

Nel corso dell’incontro si è lavorato in due sotto gruppi: “psicologia” e “criminologia”. Ogni sotto gruppo ha elaborato alcune “domande guida” a cui si cercherà nel corso del PCTO di dare risposta.

Psicologia: chi è interessato alla psicologia lo è perché vuole “aiutare le persone”, “risolvere problemi”, “trovare soluzioni”, “capire il comportamento umano”. Alcune partecipanti hanno avuto esperienze dirette con uno psicologo, riscontrandone l’utilità, c’è poi chi ha uno psicologo in famiglia. L’interesse delle “future psicologhe” è quello di potersi confrontare con chi già fa questa professione per capire come l’ha scelta, in cosa consiste il percorso di studi e il lavoro, se è “difficile” avere a che fare con le emozioni delle persone; ci si chiede poi se si riesca a “separare la vita personale da quella lavorativa”, se sia difficile aiutare i pazienti…

Domande guida gruppetto “psicologia”

Criminologia: chi è interessato a quest’area è interessato al crimine, al “lato oscuro” dei comportamenti umani; è attratto dall’idea di capire e interrogare un assassino, fargli un profilo psicologico, capire cosa lo spinge a commettere un crimine, risolvere un “giallo”. Certo – scherziamo durante l’incontro – per fare il criminologo e avere a che fare con i criminali ci “vuole fegato”: non a caso una studentessa disegna “pe’ ride” una scenetta in cui il criminologo si ritrova in un interrogatorio con un assassino che con un coltello in mano lo minaccia. D’altra parte ci diciamo che anche lo psicologo spesso si trovi in situazioni emotivamente difficili, come quando un paziente minaccia il suicidio. Entrambe sono professioni affascinanti e complesse.

Domande guida gruppetto “criminologia”

Parlando ci accorgiamo che gli ambiti della psicologia e criminologia sono diversi ma interconnessi e l’interesse che accomuna tutte le partecipanti è quello di capire cosa c’è dietro, l’interesse per il “paradigma abduttivo”, l’investigare, il partire da indizi per fare ipotesi sul comportamento, capire la mentalità, i comportamenti delle persone. 

Quello che differenzia la psicologia e la criminologia sono i mandati, i committenti, i clienti e gli obiettivi del lavoro. In alcuni casi i contesti di lavoro però sono simili: anche uno psicologo ha a che fare con il crimine, ad esempio quando lavora in un carcere o in una REMS (ex ospedali psichiatrici giudiziari).

Concludiamo con una suggestione: il un gruppo “psicologia, psichiatria e criminologia” è tutto al femminile. Questo nel primo incontro è stato ancora più evidente perché nella stanza accanto a noi c’era invece il gruppetto “economia, impresa e marketing” a stragrande maggioranza maschile. Ci sembra questo un dato interessante: queste due professioni sembrano attrarre più le “femmine” che i “maschi”: una questione da esplorare meglio.

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Gruppo "Psicologia, psichiatria, criminologia"

I incontro “Psicologia, psichiatria, criminologia” (gruppo A)

Ecco il resoconto del primo incontro del gruppo A “Psicologia, psichiatria, criminologia” svoltosi il 23 Novembre 2021 presso Villa Leopardi., Il resoconto ha l’obiettivo di raccontare le questioni che il gruppo ha affrontato e gli obiettivi che si sta iniziando a porre!

Nel primo incontro ci si è iniziati a conoscere e ragionare su quali obiettivi di ricerca darsi nel gruppo di lavoro. Siamo partiti dalle attese che avevano portato a scegliere di partecipare a questo specifico gruppo tra quelli proposti e a quale tra le tematiche del gruppo gli studenti fossero interessati. Nel presentarsi alcuni partecipanti hanno detto di essere interessati allo studio della mente umana specificando di essere affascinati dal senso che sta dietro i comportamenti. A questo proposito gli studenti hanno detto che psicologia, psichiatria e criminologia suscitano il loro interesse perché capaci di svelare ciò che solitamente rimane nascosto. 

Per molti tra gli studenti presenti all’incontro le professioni associabili a queste discipline – lo psicologo, lo psichiatra, il criminologo – sono professioni connesse all’indirizzo di scienze umane che frequentano, per altri il prodotto di una curiosità soggettiva non legata all’indirizzo di studio. 

C’è chi nel presentarsi ha detto di essere interessato alla psichiatra poiché coniuga lo studio della mente con la medicina, considerata maggiormente approfondita e capace di produrre reddito. C’è chi si è incuriosito alla criminologia guardando in TV “CSI” acronimo di Crime Scene Investigation (Investigazione della scena del crimine), una serie trasmessa in America dal 2001 al 2015 in America e divenuta popolare nel nostro paese. C’è chi invece lo ha fatto per l’interesse per un approccio investigativo e per lo studio dei dettagli. 

Un primo obiettivo di ricerca che nel gruppo ci siamo dati è stato esplorare che rappresentazione avessero i partecipanti della professione dello psicologo, dello psichiatra e del criminologo e di incuriosirsi alle differenze tra queste. Per rappresentazione intendiamo come una determinata professione, in buona parte sconosciuta agli studenti, si configura nella loro immaginazione. Per farlo abbiamo proposto un gioco fondato sulla regola di dire le parole che ogni diversa professione faceva venire in mente agli studenti per formare delle catene di parole rappresentative della rappresentazione della professione stessa.

È stato interessante poi commentare somiglianze e differenze tra le tre catene di parole. Le prime parole di ciascuna catena sono sembrate differenziare l’oggetto di studio e intervento delle tre diverse professioni: la mente/psiche per la psicologia, la malattia/sindrome/pazzia per la psichiatria, il rapporto tra crimine e colpevole per la criminologia. 

La rappresentazione delle tre professioni si differenzia in relazione agli obiettivi e agli strumenti di ciascuna professione: la psicologia si qualifica in ordine all’obiettivo di analizzare e comprendere la mente tramite specifici strumenti: parlare e ascoltare; la psichiatria per l’obiettivo di curare/risolvere la malattia/sindrome tramite l’utilizzo dei farmaci; la criminologia per l’obiettivo di individuare il colpevole di un crimine indagando, interrogando, osservando per cercare dettagli e indizi.

A questo proposito durante l’incontro ci siamo chiesti se la rappresentazione di queste professioni che gli studenti hanno fosse realistica. Abbiamo cosi individuato come obiettivo di ricerca interessante l’incontrare professionisti per verificarlo. Inoltre abbiamo chiesto agli studenti se conoscessero il senso delle parole e dei concetti che gli erano venute in mente. È stato in questo modo possibile iniziare a chiedersi cosa fosse la mente o un comportamento umano, che differenza ci fosse tra una malattia mentale e una sindrome, cosa fosse la follia. Ci siamo subito accorti che i concetti venuti in mente agli studenti non avevano per loro un significato chiaro e che poteva essere interessante studiarlo anche chiedendo una mano su questo a dei professionisti del settore. Ci siamo per questo divisi in gruppetti per definire alcune possibile domande da fare in un intervista a uno psicologo, a uno psichiatra e a un criminologo. 

Per l’intervista a uno psicologo: 

  1. Che effetto fa ascoltare tutti i giorni i problemi altrui? Ha un impatto psicologico?
  2. Che soddisfazioni dà questo lavoro?
  3. Come mantenere la professionalità e il distacco da un paziente che esprime e racconta sé stesso e la sua vita? 
  4. Che metodo usa per mettere a proprio agio il paziente e farlo fidare di lei? 
  5. Che ruolo ha l’interpretazione del linguaggio e del corpo nel suo lavoro? 
  6. Lo stipendio dipende dal numero dei pazienti o è fisso? 
  7. Qual è il percorso di studi nello specifico?
  8. C’è uno sbocco lavorativo immediato? 
  9. Come ci si occupa dello stigma sociale di andare dallo psicologo?
  10. Cos’è un comportamento umano?

Per l’intervista a uno psichiatra:

  1. L’ha mai spaventata il suo lavoro?
  2. In base a cosa identifica un disturbo? 
  3. Perché ha scelto proprio psichiatria?
  4. Che rapporto ha con i suoi pazienti? 
  5. Quali comportamenti ritiene rilevanti in una persona a primo impatto e perché? 
  6. Che percorsi ha affrontato? Ci sono stati degli ostacoli? Se si quali? 
  7. In che ambiti lavora uno psichiatra? Se ha lavorato in più di uno in quale di questi si è sentito più realizzato?
  8. Ha mai avuto a che fare con soggetti pericolosi? Se si come si è comportato? Come si rapporta in ambito familiare? Il suo lavoro ha mai influenzato la sua vita privata?
  9. Che differenza c’è tra una sindrome e una malattia mentale?
  10. Che cos’è la follia?

Per l’intervista a un criminologo:

  1. Che cosa è follia?  
  2. Come si rapporta con i pazienti? 
  3. Ci sono molte possibilità di trovare questo tipo di lavoro in Italia? 
  4. Qual è stato il suo percorso di studi? 
  5. Quanto cambia questo lavoro rispetto a quello che vediamo in televisione?
  6. Quanto è all’incirca uno stipendio base? 
  7. C’è differenza tra i sessi o parità?
  8. Da dove è nata questa sua passione? C’è stato un contatto diretto con persone in questo ambito prima di intraprendere gli studi?
  9. Quanto influenza la propria vita lavorare come criminologo? 
  10. Cambia o condiziona la sua sanità mentale? 
  11. Ha mai avuto ripensamenti sul lavoro scelto? 
  12. È mai riuscito a curare qualcuno o aiutarlo?
  13. Il suo lavoro l’ha mai messa in pericolo come persona?
  14. C’è stato qualche periodo senza lavoro o il flusso dei pazienti e costante?
  15. Il covid quanto ha influito?
  16. Collabora con altre forze dell’ordine o privatamente? 
  17. Ha mai avuto casi diventati famosi? o così difficili da non riuscire a risolverli?
  18. Dopo che ha finito gli studi dopo quanto tempo è riuscito a trovare lavoro?